venerdì 26 gennaio 2007

Michel Platini nuovo presidente dell'Uefa

Michel Platini nella tarda mattinata di quest'oggi è stato eletto alla presidenza dell'Uefa. Il francese ha sconfitto ai voti il presidente uscente, lo svedese Lennart Johansson, in carica dal 1990. Platini è stato eletto presidente dell'Uefa al primo scrutinio. «Quando facevo il calciatore e vincevo una partita piuttosto che quando ricevevo un trofeo, facevo il giro di campo - ha detto a caldo il neo presidente - ma stavolta non farò il giro di campo: è una grande vittoria, ma è anche l'inizio di una nuova avventura». Il francese ha raccolto 27 voti sui 52 votanti, Johansson 23, 2 le schede nulle.


Michel Platini

Nome: Michel Platini
Data di nascita: 21 giugno 1955
Luogo di nascita: Joeuf, Francia

Successi internazionali:
72 presenze (49 volte come capitano, 41 gol)
1978 Fuori al Primo turno in Argentina
1982 Quarto posto in Spagna
1984 Campione d'Europa in Francia
1986 Terzo posto in Messico

Club:
1966 - 1972 AS Joeuf
1972 - 1979 AS Nancy-Lorraine
1979 - 1982 AS Saint-Etienne
1982 - 1987 Juventus

Successi con squadre di club
:
1978 Coppa di Francia
1981 Vincitore del campionato francese
1981, 1982 Finalista della Coppa di Francia
1983 Vincitore della Coppa Italia
1983 Finalista in Coppa Campioni
1983, 1984, 1985 Capocannoniere della Serie A italiana
(16, 20 e 18 gol)
1983, 1984, 1985 Pallone d'Oro
1984, 1986 Vincitore del campionato italiano
1984 Vincitore della Coppa delle Coppe
1984 Vincitore della Supercoppa Europea
1985 Vincitore della Coppa Campioni
1985 Vincitore della Coppa Intercontinentale

--------

1988 - 1992 Allenatore Nazionale francese

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non credi che copiare le notizie dall'Ansa o copiare altri siti sulla Pro Vercelli sia un po' riduttivo? Non credi che se tu facessi qualcosa di nuovo e che non si trovasse da nessun'altra parte il tuo blog avrebbe più personalità?

Anonimo ha detto...

Platini: «Il G-14 non vuole la Pro Vercelli tra le grandi»

di Tony Damascelli - sabato 08 aprile 2006, 00:00

arantiscono, allora la piramide è perfetta».
Perché non è forse così, a parte il mondo dei sogni?
«Il Milan e la Juventus sono grandi e importanti oggi perché lo sono stati anche in passato, nel senso che esistono perché c’era un altro Milan, c’era un’altra Juventus».
A parte la demagogia, la realtà è un’altra.
«La realtà è che vogliono giocare esclusivamente tra di loro, con il rischio che la gente si ritiri lentamente dal calcio. Questo sport è stato sempre un fattore di rivalità tra piccoli e grandi, non tra grandi e grandi».
L’Uefa avrà pure commesso qualche errore.
«Penso che ci siano alcune cose da modificare. Prendete la questione relativa agli indennizzi richiesti per i calciatori convocati in nazionale: si può e si deve trovare un compromesso tra i club e le federazioni, arrivare a una assicurazione che copra questi rischi. Ne parlo con Galliani che è un dirigente preparato, facciamo parte di una task force per questo lavoro».
E l’indennizzo?
«La Juventus compra Zidane per 5 miliardi, lo rivende per 140 e poi chiede anche l’indennizzo alla Fifa».
Anche trent’anni fa il calcio viveva di soldi, i calciatori sono sempre stati dei privilegiati.
«Oggi il mercato è fattore decisivo. Il gioco non è popolare perché girano gli euro, il gioco è bello perché i calciatori sono buoni calciatori».
Perché in Italia non ci sono casi di ex calciatori al vertice del governo calcistico, come lei in Francia o in Uefa e Fifa o lo spagnolo Villar o ancora Beckenbauer?
«Beckenbauer non è stato eletto ma nominato, Villar e io, invece, ci siamo candidati, abbiamo partecipato alle elezioni e siamo stati votati. Dunque perché un ex calciatore italiano possa arrivare ai vertici deve candidarsi, deve lottare per le idee e non per un posto, il potere è importante, piace a me, a tutti ma va raggiunto con l’impegno».
All’estero largo ai giovani del vivaio, in Italia largo agli stranieri.
«I club italiani devono vincere subito, non rischiano, almeno pensano che sia meglio fare così».
Che reputazione hanno i nostri dirigenti a livello internazionale?
«Carraro ha il merito di essere nell’esecutivo ma ha la relativa agli indennizzi richiesti per i calciatori convocati in nazionale: si può e si deve trovare un compromesso tra i club e le federazioni, arrivare a una assicurazione che copra questi rischi. Ne parlo con Galliani che è un dirigente preparato, facciamo parte di una task force per questo lavoro».
E l’indennizzo?
«La Juventus compra Zidane per 5 miliardi, lo rivende per 140 e poi chiede anche l’indennizzo alla Fifa».
Anche trent’anni fa il calcio viveva di soldi, i calciatori sono sempre stati dei privilegiati.
«Oggi il mercato è fattore decisivo. Il gioco non è popolare perché girano gli euro, il gioco è bello perché i calciatori sono buoni calciatori».
Perché in Italia non ci sono casi di ex calciatori al vertice del governo calcistico, come lei in Francia o in Uefa e Fifa o lo spagnolo Villar o ancora Beckenbauer?
«Beckenbauer non è stato eletto ma nominato, Villar e io, invece, ci siamo candidati, abbiamo partecipato alle elezioni e siamo stati votati. Dunque perché un ex calciatore italiano possa arrivare ai vertici deve candidarsi, deve lottare per le idee e non per un posto, il potere è importante, piace a me, a tutti ma va raggiunto con l’impegno».
All’estero largo ai giovani del vivaio, in Italia largo agli stranieri.
«I club italiani devono vincere subito, non rischiano, almeno pensano che sia meglio fare così».
Che reputazione hanno i nostri dirigenti a livello internazionale?
«Carraro ha il merito di essere nell’esecutivo ma ha la fama di uno che ha sempre fretta di tornare a casa perché ha del lavoro da sbrigare. Ma sa quello che si deve fare».
E gli altri?
«Gli altri non fanno parte dell’Uefa, noi conosciamo soltanto la Federcalcio».
Guardi che in Italia la Lega conta più della Federcalcio.
«Spero di no. La Federcalcio è la madre del calcio nazionale».
Cosa pensa della triade juventina?
«Tre grandissimi dirigenti, che potevano volere di più i tifosi della Juventus?».
Un consiglio a Berlusconi
«Non politico, ovviamente. Lo ringrazio perché il Milan offre una bellissima immagine del calcio, in campo e fuori. Vi aspetto tutti a Parigi».
Val bene una